Inquadrare un film di Werner Herzog è generalmente un'impresa assai ardua. Dovremmo riconoscere nelle sue opere ed in particolar modo in Aguirre furore di Dio un valore documentaristico che antepone l'opera e mette in evidenza l'esperienza del messaggio Herzoghiano, ovvero il rapporto fra Uomo e Natura, fra Natura soggettiva ed oggettività della Natura. Herzog procede verso un'impresa (una fra le tante) in cui poter realizzare il suo film significa rischiare la vita (del cast e della troupe). Egli è l'ultimo grande avventuriero in grado di addentrarsi in una foresta selvaggia con lo scopo di alchemizzare dall'esperienza la propria sorgente artistica. ll film fu girato in ordine cronologico, perché Herzog voleva che la
maturazione degli attori lungo il viaggio riflettesse quella
dei personaggi. Un impresa che segna l'inizio del sodalizio con l'attore Klaus Kinski, ormai celebre per quel suo furore isterico causa di numerosi litigi con lo stesso Herzog (famosa fu la minaccia dello stesso regista di uccidere Kinski quando l'attore espresse la volontà di abbandonare il film) ma anche per l'intepretazione del conquistatore spagnolo carica di espressività.
L'ultimo grande attore del film muto, così viene ricordato Kinski, l'amico-nemico del regista ha saputo incarnare magnificamente il concetto di prepotenza umana. Il film racconta la storia di una spedizione di conquistadores guidati dal controverso Lope de Aguirre attraverso la foresta amazzonica in cerca della mitica El Dorado. Ne risulta un viaggio impervio ai limiti del possibile, dove la certezza di un traguardo si confonde con le proprie ambizioni e le virtù umane si piegano alla presunzione. Le acque del Rio delle Amazzoni rappresentano le arterie di un organismo ostile (la Natura appunto) che procede secondo le proprie qualità, e costringe l'uomo in cerca di brama a subirne la forza. Tutto viene mostrato con estremo realismo, quasi avessimo la possibilità di partecipare all'esplorazione ed alla volontà di Aguirre, ma l'esito rimane un enigma. Quali tesori nasconde El Dorado? Quanto ancora il cammino da percorrere? Una riflessione accompagna questo viaggio e proprio gli indios ci fanno dono di questa esperienza. Sottomessi e costretti dalla spedizione al servizio, restano immuni all'agitazione e al turbamento dell'uomo bianco, le nozioni occidentali di vanagloria non hanno significato e la sete di potere è pura illusione. El Dorado è nascosta nella loro natura umana. Una grande ricchezza custodita dai figli della propria terra.
Scena memorabile : La zattera assalita dalle scimmie nel totale delirio con la musica cosmica dei grandi Popol Vuh
Che sguardo Kinski che osserva il nativo con il flauto... Per me questo attore incarna tutta la follia dell'arte! E poi solo un grande come Herzog riesce a regalarci queste immagini: un vero conquistadores e un vero nativo in una vera foresta ai confini del mondo!! Inimitabile (Sono pimpi)
RispondiEliminaSi verissimo! è proprio grazie al suo sguardo folle, squilibrato, che Kinski è riuscito ad esprimere quei tratti comportamnetali che Herzog aveva in mente per Aguirre.
RispondiEliminaComplimenti a Herzog che è sempre riuscito a gestire la sua isteria sul set! "kinski il mio nemico più caro" è un documentario da recuperare.....